TEMA: CITTÀ, COMMERCIO E INNOVAZIONE
Più di cinquanta città si sono date appuntamento il 13 aprile scorso, presso la sede di Confcommercio-Imprese per l’Italia a Roma, per la prima tappa del 2018 del “Laboratorio Nazionale su Rigenerazione Urbana” di ANCI/Confcommercio nell’ambito dell’evento “Dare Forma ai Fondi: ripartiamo dalle città!”. In questa pagina, vengono messi a disposizione i passaggi più significativi degli interventi e i materiali presentati dai relatori.
Francesco Rivolta, Direttore Generale Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha avviato il Laboratorio sulla rigenerazione urbana, luogo di confronto tra il terziario di mercato e amministrazioni locali, attraverso il quale la Confederazione mette a disposizione la propria capacità propositiva e progettuale a favore della rinascita delle città. I cambiamenti, legati alla globalizzazione e alla crisi economica che abbiamo vissuto, ci inducono a riflettere su nuove strategie di sviluppo territoriale, partendo dalla consapevolezza che città e territori devono guardare agli scenari del futuro. È nelle città che si sviluppano le innovazioni tecnologiche che mirano al miglioramento della qualità di vita urbana, dando risposta alle imprese che in esse operano e che le vivificano. Il patrimonio culturale dei nostri centri storici italiani costituisce un palcoscenico ideale per nuove sperimentazioni, dobbiamo utilizzare la tecnologia e l’innovazione per rendere le imprese più competitive nel rispetto delle nostre tradizioni e mestieri. La rinnovata collaborazione con ANCI mira a sviluppare, in modo nuovo e corale, progetti di sviluppo urbano più ampi che, in una fase di rinascita dell’economia dei servizi, vedono la tecnologia come alleato – anche se non come protagonista assoluto – per rilanciare la crescita economica delle imprese con conseguenti effetti positivi in termini di occupazione.
Antonella Galdi, Vicesegretario Generale ANCI, ha richiamato il solido rapporto che lega Anci e Confcommercio attraverso il Protocollo d’Intesa sottoscritto nel 2015 dalle due organizzazioni, il quale ha permesso di avviare, in più di cinquanta realtà locali, una collaborazione orientata alla concretezza. È ora necessario rispondere ai bisogni delle comunità con azioni tangibili. Questo nuovo modo di operare è importante perché, oggi, le amministrazioni comunali – talvolta sopraffatte dalla gestione dei compiti tradizionali – hanno bisogno dei contributi di chi vive il territorio e su di esso opera. Bisogna ripartire dalle fasi di analisi e pianificazione, per invertire la tendenza a rincorrere i finanziamenti di volta in volta disponibili. Sul tema della giornata, il Vicesegretario ha sottolineato l’importanza degli strumenti tecnologici come opportunità rigenerazione urbana che si può avere solo con una forte integrazione tra fisico e digitale: l’e-commerce non deve intaccare il ruolo dei settori tradizionali, ma sostenerli per migliorare la vivibilità delle città. La collaborazione deve essere finalizzata anche ad accettare le sfide poste dell’innovazione, puntando all’inclusione e al recupero di a una dimensione collettiva che permetta di affrontare il cambiamento con coraggio.
Alberto Marchiori, Incaricato per le Politiche Ue di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha posto l’accento sull’importanza del lavoro congiunto tra le amministrazioni comunali e le rappresentanze del terziario di mercato impegnate a trovare insieme soluzioni concrete per realizzare al meglio l’obiettivo comune dello sviluppo delle nostre città, anche attraverso un percorso di maggiore consapevolezza e di crescita professionale, ognuno nei rispettivi ambiti. Ha sottolineato, inoltre, l’importanza del ruolo delle nostre associazioni sul territorio quali punti di riferimento importanti per gli amministratori, in termini di capacità di analisi e di proposta. Infine, ha dato risalto alla necessità di partecipare attivamente ai processi di gestione delle risorse, attraverso competenze non solo tecniche ma soprattutto politiche, per rappresentare al meglio le istanze dei nostri settori.
Andrea Granelli, Presidente Kanso, società di innovazione, ha ripreso il tema delle tecnologie, partendo dalla considerazione che la città non è solo luogo di consumo ma anche di produzione di ricchezza. Le mutate esigenze della popolazione, i nuovi modi di lavorare e il cambiamento demografico stanno trasformando i bisogni delle città. L’urbanistica nell’era della rete deve provare a governare, non solo spazi e infrastrutture ma, anche, i fenomeni che derivano dalle nuove tecnologie, imponendoci di pensare a lungo termine e in maniera meno reattiva, coniugando innovazione digitale e tradizione. Le città smart non sono città futuribili ma città dove si vive meglio e si produce ricchezza. Probabilmente, il luogo della ricomposizione tra mondo digitale e fisico è proprio il lavoro: artigianato, servizi, welfare, catena alimentare delle città sono temi che toccano i cittadini e non sono solo capitoli tecnologici (energy, security, mobility). Le infrastrutture digitali vanno pianificate ed è questo il momento giusto per farlo, costruendo una via italiana per le smart cities. Le città italiane hanno un cuore smart che è il terziario innovativo, il terziario 4.0, quella parte dei servizi che innova e attrae talenti, turisti e investitori, che arricchisce e fa crescere le città. La sfida del futuro è portare più innovazione nel punto vendita, mettendo insieme le imprese, dando una seconda vita digitale ai distretti urbani del commercio , anche con l’uso di piattaforme che aiutino i negozi a lavorare meglio e a rafforzarsi.
Fabio Fulvio, Responsabile Settore Politiche per lo Sviluppo di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha approfondito il tema della crescita del commercio elettronico che ha messo in crisi molte delle attività da noi rappresentate e, conseguentemente, le città: se in un quartiere chiude un negozio il problema è dell’imprenditore, se ne chiudono cinque il problema è di Confcommercio, ma se ne chiudono venti il problema è del sindaco e di tutti. Guardando a quanto avvenuto negli altri paesi, in Italia l’e-commerce continuerà inevitabilmente a crescere nei prossimi anni. Tuttavia, anche nei contesti in cui il digitale è forte, l’85% delle vendite avviene ancora nei negozi fisici e molte attività nate su internet stanno aprendo negozi su strada. Si sta andando verso un “new retail” in cui fisico e digitale non si contrappongono, ma sono integrati nella stessa attività. Imprenditori, Confcommercio e amministrazioni locali possono collaborare poiché è evidente che il negozio è molto più di un magazzino in cui rifornirsi di merci: con le sue vetrine contribuisce alla bellezza e alla vivibilità delle città. La proposta è quella di agire unitamente a livello locale per aiutare gli imprenditori ad integrare le nuove tecnologie nell’attività tradizionale, sperimentandole e fornendo ai commercianti consulenze professionali utili a valorizzare i negozi come punti di esperienza che incrementano la qualità di vita dei cittadini.
Roberta Mancia, avvocato ed esperta in progettazione europea, con la sua relazione ha fornito una panoramica sui programmi dell’Unione europea a sostegno dell’innovazione urbana. Si tratta di una programmazione sostenuta dalla Agenda Europa 2020 e che considera le piccole e medie imprese come un motore di crescita per l’economia. Anche le città sono viste come fulcro della creatività e dell’innovazione, luoghi dell’inclusione possibile e del dialogo tra le istituzioni locali ed europee, dove si debbono affrontare le grandi sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali. Per questo, all’interno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, è stato previsto che un minimo del 5% delle risorse di ciascun Progamma Operativo debba essere destinato ad azioni per lo Sviluppo Urbano Sostenibile, mentre per le aree metropolitane è stato predisposto uno strumento ad hoc, il PON Metro. L’avvocato Mancia, ha poi descritto gli strumenti per gli investimenti territoriali previsti dal Regolamento generale sui Fondi strutturali e gli ulteriori strumenti finanziari per lo sviluppo urbano che fanno capo al bilancio Comunitario. Ha sottolineato, infine, l’importanza attingere in primis ai finanziamenti indiretti gestiti dalle regioni per sostenere le attività di sviluppo locale, in un ottica di integrazione di fondi, anche con l’utilizzo di strumenti finanziari. In conclusione, ha affermato che per orientarsi nel labirinto dei fondi europei sono sempre più necessari formazione, informazione e tempismo, prevedendo un gruppo di lavoro che permetta di partecipare con successo ai bandi europei.