IERI A ROVERETO LA TAVOLA ROTONDA CON AMMINISTRATORI E IMPRENDITORI: UTILE CONFRONTO CON LE ESPERIENZE DI PARMA E GENOVA

Si è chiuso ieri (giovedì 9 maggio) il ciclo di incontri “Parliamo di rigenerazione“, promosso da Comune di Rovereto e Confcommercio di Rovereto e Vallagarina nell’ambito del Laboratorio sulla Rigenerazione urbana di Rovereto. Una tavola rotonda dal titolo “Dal pensare al fare: percorsi e nuove opportunità di rigenerazione. Un percorso partecipato“, coodinato da Roberta Capuis, responsabile del Settore urbanistica e Rigenerazione urbana di Confcommercio – Imprese per l’Italia nazionale, la quale in apertura di serata ha illustrato il grande lavoro svolto da Laboratorio Nazionale per la Rigenerazione Urbana nel corso dell’anno 2018, con il roadshow “Dare forma ai fondi: partiamo dalle città”, che ha visto ben 4 momenti di incontro su tutto il territorio nazionale (a Roma, Rovereto, Bergamo e Taranto), oltre all’importante convegno del 22 novembre ad Urbanpromo, dove le associazioni e le amministrazioni locali di tutta la penisola hanno condiviso le proprie esperienze in un contesto particolarmente importante. Quale degno conclusione di questo lavoro, il Laboratorio Nazionale per la Rigenerazione Urbana ha pubblicato nei mesi scorsi un prezioso strumento editoriale, il “Quaderno di buone pratiche”, molto apprezzato a tutti i livelli dal sistema confederale e dagli Enti locali ed amministratori coinvolti in percorso di rigenerazione urbana, che si prefigge la massima diffusione di esperienze per attivazione di collaborazioni dirette tra territori. Il quaderno è stato già prenotato in diverse migliaia di copie in tutta Italia.

Il presidente dell’Unione Commercio e Turismo di Rovereto e Vallagarina Marco Fontanari nel suo intervento ha ricordato “l’importanza del percorso di rigenerazione urbana avviato a Rovereto, che potrà avere successo solo a condizione che tutti ci crediamo e diamo il nostro contributo in termini di idee e proposte. E’ un progetto da costruire insieme a residenti, amministrazione comunale, cittadini e soprattutto operatori economici, quelli che vivono “in prima linea” la città. Questi momenti di confronto e di scambio di idee e progetti con altre realtà, come la nostra o anche più grandi come Bergamo e Pordenone nei mesi scorsi, Genova e Parma ora, servono ad ampliare gli orizzonti ed a comprendere come si stanno muovendo gli altri territori alle prese con problematiche molto simile alle nostre”.

Per i numerosi presenti è stata l’occasione di conoscere dalla voce degli stessi promotori e protagonisti le esperienze di rigenerazione urbana messe in campo da città come Parma e Genova per contrastare fenomeni purtroppo comuni a tantissime realtà della penisola: aumento degli spazi sfitti nei centri storici, proliferazione dei centri commerciali nelle periferie delle città, diminuzione dei servizi di prossimità e dei negozi di vicinato nei nuclei abitati, con conseguenti problematiche anche a livello sociale.

Cristiano Casa, assessore alle attività produttive, commercio, sicurezza urbana, turismo e centro storico del Comune di Parma, ha illustrato il “piano del piccolo commercio 2018-2020”: “Nasce dalla necessità di rilanciare commercialmente il centro storico di Parma e alcuni suoi assi periferici – ha spiegato Casa -. Dal 2008 si è verificata la costante presenza di negozi sfitti nel centro storico della città, in alcune zone la percentuale dei negozi sfitti è arrivata al 35-40%, nel quartiere Oltretorrente ad esempio, dove la crisi del comparto commerciale è particolarmente evidente. Vogliamo rilanciare il commercio di vicinato negli assi periferici della città. Come? Vogliamo realizzare, attraverso il sistema Open street, una mappatura delle attività commerciali esistenti e dei negozi sfitti, studiamo progetti di pedonalizzazione mirati ad alcune aree del centro storico con il coinvolgimento di un progetto commerciale di area e su indicazione specifica dei commercianti e residenti in queste aree. Inoltre, pensiamo di predisporre un regolamento di salvaguardia che permetta di assicurare l’apertura di nuove attività commerciali nelle aree del centro in settori compatibili con il progetto commerciale di comparto, e di trasformare i parcheggi a righe blu, limitrofi a diversi assi commerciali nelle zone periferiche della città, in sosta gratuita temporanea per facilitare l’acquisto nei negozi di vicinato”. Interessante anche la previsione di un regolamento comunale che definisca criteri qualitativi per il rilascio delle autorizzazioni per le medie strutture di vendita, che porti alla monetizzazione di oneri per l’apertura di strutture non confacenti con i fabbisogni commerciali di Parma destinati a finanziare l’intero progetto.

Claudio Franchini, direttore di Ascom Parma, ha illustrato il progetto denominato “Riapriamo gli sfitti”, che ha coinvolto operatori economici, associazioni dei piccoli proprietari e Comune con la predisposizione di un contratto di comodato-tipo da poter utilizzare per riaprire spazi inutilizzati. Questi dati sono stati inseriti in una mappa interattiva pubblicata in internet. “Le strategie di riqualificazione dei centri storici devono essere basate su un’approfondita conoscenza della realtà commerciale esistente non solamente su base numerica ma anche qualitativa e dimensionale – ha sottolineato Franchini -, devono intersecare le problematiche di natura commerciale con i problemi di accessibilità, sia di persone che di mezzi, e il quadro urbanistico e dimensionale degli spazi commerciali potenzialmente utilizzabili. Per questo il progetto del Comune di Parma in collaborazione con Urb&Com è stato integrato in questi ultimi due anni da un’analisi dell’Università di Parma in collaborazione con Ascom Parma, che ha allargato il raggio di azione a tutta la periferia integrando i dati del progetto Urb&Com con valutazioni di natura dimensionale, urbanistica, di accessibilità e qualitativa. progetto è in fase di lavorazione, ma alcuni dati sono già emersi: quasi il 50% delle attività in centro storico è inferiore ai 50mq ed il 60% degli edifici ha una sola unità commerciale, in centro l’81% degli edifici è in Ztl; nel 68% dei casi il parcheggio non è consentito nel restante dei casi è regolamentato, il 50% degli edifici del centro è servito dal servizio di trasporto pubblico. In centro storico a Parma la categoria prevalente è abbigliamento e tessile, seguita da ristorazione, in periferia prima ristorazione, a seguire i servizi”.

Interessante l’esperienza narrata da Ornella Caramella e Ilaria Mussini di Ascom Genova, dove sono attivi 65 Civ (centri intefrati di via), che coinvolgono oltre 4000 operatori economici. Marina Porotto, che gestisce due locali di somministrazione, è presidente del presidente Civ Genovino e con passione ha descritto l’attività di queste realtà che, insieme alla Confcommercio genovese, riescono a svolgere una preziosa attività di collegamento con l’Amministrazione comunale: “I Centri integrati di via nascono per fornire anche alle piccole imprese un valido strumento per affrontare con successo la dinamica evoluzione della distribuzione commerciale, offrendo un’opportunità concreta di governare il processo di ammodernamento. Raccogliamo le istanze e le segnalazioni degli operatori e creiamo un canale di interazione diretta con il Comune, per migliorare la vivibilità, la fruibilità e la sicurezza, un valore aggiunto per il territorio, incrementando gli standard di servizio di prossimità al consumatore e di potenziare l’attrattiva turistica delle rispettive zone di riferimento. I Civ genovesi si inseriscono in un contesto urbano preesistente, creando un baricentro commerciale assolutamente conforme ai punti di aggregazione e di relazione sociale, ai luoghi di residenza e agli elementi storici ed architettonici di una città. L’accoglienza, la qualità, il calore dell’ambiente, il rapporto diretto e spesso confidenziale con il cliente, fanno sì che il commerciante assuma un ruolo determinante all’interno della società. Con orgoglio svolgiamo questo nostro ruolo, che è anche di tipo sociale ed inclusivo”.

Per il Comune di Rovereto sono intervenuti gli assessori Ivo Chiesa (attività economiche) e Maurizio Tomazzoni (urbanistica, cultura e patrimonio), che hanno illustrato ai colleghi di Genova e Parma le azioni messe in campo dall’Amministrazione comunale di Rovereto e dal Laboratorio sulla Rigenerazione Urbana per rilanciare i nuclei urbani della città e favorire una nuova fase di sviluppo economico. Diversi gli interventi di imprenditori in sala, coinvolti in un percorso di rigenerazione urbana, insieme a residenti, proprietari di immobili e cittadini, che sta prendendo quota ed una sempre maggior consapevolezza dell’importanza di un percorso condiviso e partecipato.